“Autentico, artigianale, nostro”. È con questo motto che prende forma il neonato ‘Pane di Albosaggia’, frutto di un progetto condiviso e a chilometro zero, volto al recupero di terreni abbandonati grazie alla valorizzazione di saperi agricoli e manuali. Promossa dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Fondazione Albosaggia, l’Associazione Fondiaria Foreste Orobiche (ASFO), l’azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli e il Panificio Rigamonti, l’iniziativa si concretizza in una pagnotta da 500 grammi dal sapore antico e frugale.
La filiera è corta e sostenibile visto che la farina utilizzata è coltivata localmente. La semina inaugurale, avvenuta nell’inverno scorso, ha visto l’utilizzo di due varietà moderne di grano tenero, selezionate per la loro resa ottimale nella panificazione, e di una varietà antica, coltivata tuttora sulle montagne dell’Abruzzo fino a 1400 metri. Questa varietà tradizionale, scelta per le sue qualità nutritive e per il suo valore storico, aggiunge unicità al ‘Pane di Albosaggia’, rendendolo non solo un prodotto locale, ma anche un ponte tra le culture agricole montane italiane.
“Questa è un’iniziativa in cui crediamo molto. Tutto questo è stato possibile grazie ad un’unità d’intenti tra partner del territorio, pubblici e privati. Un ruolo fondamentale in questo progetto è rivestito da ASFO, visto che siamo in una fase epocale nella gestione del fondo agricolo dove è concreto il rischio di vedere, nei prossimi anni, l’abbandono delle coltivazioni. Inoltre voglio ringraziare l’azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli e il Panificio Rigamonti per aver raccolto la nostra proposta con le loro doti agricole ed artigianali”, ha evidenziato il sindaco di Albosaggia, Graziano Murada in occasione della presentazione del pane.
Lavoro di squadra
Il ‘Pane di Albosaggia’ è il risultato di una filiera corta certificata, che valorizza ogni passaggio produttivo e ogni attore coinvolto. Innanzitutto vi è il recupero dei terreni incolti: l’Associazione Fondiaria Foreste Orobiche, presieduta da Michele De Bernardi, si occupa di prendere in gestione i terreni agricoli abbandonati, soprattutto tra Albosaggia e Caiolo, restituendoli ai proprietari in condizioni di produttività. In secondo luogo vi è la coltivazione del grano tenero. È l’Azienda Agricola Fumasoni-Gusmeroli ad occuparsi delle tre varietà di grano tenero su terreni recuperati nel territorio di Albosaggia. “Negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad un abbandono totale dei terreni. Con questo progetto si cerca di dare una risposta al problema. E poi è importante coltivare per capire da dove arriva il pane”, ha rimarcato Tito Gusmeroli.
L’ultima fase, dopo la raccolta e la macinazione in farina di Tipo 1, è la panificazione. La farina viene trasformata in pane dal Panificio Rigamonti di Albosaggia, che utilizza tecniche artigianali per creare un prodotto rustico e genuino. “Questo progetto è molto, molto bello. La farina è particolare, non è come le solite, insapore e bianca. Ha qualcosa in più che permette di realizzare un prodotto gustoso, diverso dagli altri, poco alveolato. Ciò permette di utilizzarlo in più modi, magari come bruschetta. In un periodo storico come questo, in cui il consumo di pane cala in maniera costante, avere un pane ‘duttile’ e capace di mantenersi nei giorni è importante”, hanno spiegato Vito e Fabio Bardea, titolari del panificio. Il ‘Pane di Albosaggia’ è acquistabile nelle giornate di martedì e sabato, al prezzo di 8 euro al chilogrammo, presso i punti vendita del Forno Rigamonti di Albosaggia e Sondrio.
“Molto di più di prodotto alimentare”
“Il ‘Pane di Albosaggia’ non è solo un prodotto alimentare, è il simbolo di un patrimonio culturale che affonda le radici in tradizioni antiche che sono cresciute e si sono evolute insieme alla nostra comunità. Racconta una storia, quella delle famiglie, della terra dove il grano è stato seminato, delle mani esperte che lo hanno coltivato, impastato e cotto, dell’impegno a valorizzare le risorse locali. Come tutto quello che promuoviamo, parla dell’equilibrio tra tradizione e innovazione. Innovare non significa rinunciare alla tradizione, ma rispettarla e reinterpretarla. Il ‘Pane di Albosaggia’ è il risultato di un incontro tra passato e futuro, dove ogni ingrediente è scelto con cura e ogni fase della produzione rispetta l’ambiente che ci circonda. Ora guardiamo al futuro con ottimismo. Il ‘Pane di Albosaggia’ è pronto a conquistare nuovi palati, portando con se’ lo sforzo, la passione e l’autenticità del nostro territorio”, ha spiegato con orgoglio Ornella Forza, presidente di Fondazione Albosaggia.