Grandi storie del passato; un simbolo eterno, come la fascia che hanno portato al braccio; e un esempio oggi più che mai attuale specialmente per i giovani che sono alle prese con il mondo del “tutto e subito”: mercoledì nel tardo pomeriggio alla biblioteca civica Pio Rajna di Sondrio, Gianfelice Facchetti, attore, scrittore, drammaturgo, nonché figlio della bandiera dell’Inter e capitano dell’Italia Giacinto Facchetti, ha presentato il suo ultimo libro, intitolato “Capitani”.
I capitani
“Si diventa capitani, che sia sul campo di calcio, sul lavoro o nella vita – ha spiegato Gianfelice Facchetti – con l’impegno, con le scelte da portare avanti con costanza e attraverso le difficoltà, e sapendo di non essere soli. Tutto questo senza mai dimenticarsi di avere uno sguardo su chi sta a fianco a noi o rimane indietro e arranca”.
I racconti
A dialogare con Facchetti, il giornalista della Provincia di Como Edoardo Ceriani: i due hanno ripercorso molti aneddoti che hanno riguardato i capitani storici di molte squadre e che sono raccontati anche nel libro; quelli su Andrea Bonomi, capitano del Milan che, poi, da bancario, ogni sabato andava a casa Facchetti e che da piccolo, invece, fu salvato dalle acque del fiume da Valentino Mazzola, capitano del Grande Torino, visto che entrambi erano di Cassano d’Adda. Bonomi debuttò in serie A proprio contro il Torino di Mazzola e incontrò il Grande Torino all’aeroporto di Barcellona il 4 maggio 1949, poche ore prima della tragedia di Superga. O anche quelli su suo papà Giacinto e Gaetano Scirea, accomunati dalla canzone degli “Stadio” scritta da Gaetano Curreri, fino al racconto, che diventa esempio per i molti giovani presenti, di un episodio capitato a Giacinto Facchetti agli inizi della sua carriera.
“Tornando dalla balera – ha raccontato il figlio Gianfelice – nella nebbia uscì di strada e finì in un fosso con la macchina che gli aveva prestato il suo capitano Bolchi. Oggi sarebbe stato marcato a fuoco, oggi che si ha accesso a tutto, anche attraverso i social. Allora, invece, nonostante alcune costole incrinate riuscì a rispondere alla convocazione, la sua prima, in nazionale, per Italia-Turchia. Allora si diventava grandi un pezzo alla volta, non bastava un gol in serie A per finire sulla prima pagina della Gazzetta, ma poi, se eri bravo a conservarlo, il traguardo raggiunto si manteneva e si consolidava”.
Il concorso letterario
La presentazione del libro “Capitani” alla biblioteca civica Pio Rajna è avvenuta nell’ambito della manifestazione “La Penna Viola” concorso letterario organizzato dalla Pgs Auxilium in ricordo del collega Beppe Viola, i cui figli hanno partecipato proprio all’incontro. “Poco tempo fa – ha svelato Gianfelice Facchetti -, mentre Edoardo e Cesare Salerno mi spiegavano chi era Beppe, mio figlio ha trovato un vecchio filmato in cui il Beppe Viola della Rai, commentando un derby perso dall’Inter contro il Milan, chiamava Giacinto “nonno”. E mio figlio mi ha detto: “Ho trovato nonno”. Ecco, credo che mio papà e Beppe siano tutti lì, in uno stesso posto, che stanno ancora lavorando per noi”.
“Sondrio – ha concluso l’incontro Edoardo Ceriani – ha bisogno di tanti Facchetti e di appuntamenti come questo, che è stato possibile organizzare grazie a un visionario come Cesare Salerno”.