Nel corso degli incontri avviati nell’autunno scorso con gli Uffici di Piano, in previsione della stesura dei Piani di Zona 2025-2027 e durante il recente incontro con Asst Valtellina e Alto Lario sul PPT – Piano di Sviluppo del Polo Territoriale, in vigore dal 1° gennaio 2025, fra le numerose problematiche che cittadini e cittadine vivono sui temi sociali e sanitari sul territorio provinciale, due sono le priorità su cui intervenire, individuate da parte di Cgil, Cisl e Uil provinciali, unitamente alle categorie dei pensionati e del pubblico impiego: le politiche abitative e l’integrazione socio-sanitaria.
La questione casa
Partendo dalla “questione casa”, si allarga la platea in cerca di un’abitazione: non solo persone in condizioni di fragilità che faticano a pagare l’affitto o le spese connesse, ma anche lavoratori e lavoratrici che, pur avendo un’occupazione e un reddito, non riescono a trovare un alloggio sul territorio provinciale, data anche la crescente destinazione delle abitazioni a scopo turistico. “Per fronteggiare quella che è una vera e propria emergenza, sarà cruciale il coinvolgimento di molteplici attori – sottolineato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil -: organizzazioni sindacali, datoriali, terzo settore, l’Agenzia di riferimento per la residenzialità pubblica, ma fondamentale è e sarà il ruolo della politica. Dato il costante calo demografico e un tasso di invecchiamento sopra la media regionale, la provincia di Sondrio deve necessariamente attrarre lavoratori e lavoratrici da fuori provincia a cui si dovrà, evidentemente, garantire un alloggio. Oltre alle iniziative dei singoli Comuni, riteniamo cruciale il ruolo della Provincia nell’istituzione di un’“Agenzia per la casa” che gestisca con professionalità specifiche, in rete, questo tema, quale priorità per il futuro”.
“Abbiamo cercato di trovare un ruolo in questi tavoli – ha commentato Ilaria Urbani della Cisl di Sondrio – visto che tra i nostri obiettivi c’è quellodi raccogliere le problematiche dei cittadini e portarle proprio nei tavoli giusti. In questo senso da settembre abbiamo lavorato ai piani di zona con gli altri soggetti coinvolti per essere propositivi e non solo per criticare. In particolare sulle politiche abitative, una delle questioni più urgenti, abbiamo cercato di avanzare proposte concrete”.
L’integrazione socio-sanitaria
Ma ancor più urgente risulta l’annoso tema dell’integrazione socio sanitaria: sanità territoriale, dimissioni protette, presa in carico dei cronici, assistenza domiciliare per fragili, disabilità e progetti di vita autonoma, costituzione e funzionamento delle Case di Comunità con Punti Unici di Accesso (PUA). Il tema è più che urgente, come noto, anche sul piano sanitario e ospedaliero: carenza di professionisti sanitari, tecnici e sociosanitari/assistenziali; liste d’attesa inaccettabili, con ricorsi sempre più frequenti al privato, da parte di chi può permetterselo e con crescente rinuncia alla cura da parte di chi non ha disponibilità economiche.
“Abbiamo incontrato su questi temi, a dicembre, la direzione sociosanitaria di Asst che ci ha presentato il Piano di Sviluppo del Polo Territoriale, che insiste in particolar modo su: disagio psicologico, il Punto Unico di Accesso e valutazione multidimensionale integrata, le dimissioni protette, teleassistenza e telemedicina. Un progetto certo ambizioso e che sconta inevitabilmente, però, la criticità maggiore di cui, anche in questo caso, tutti, in primis la politica, devono farsi carico urgentemente in termini di progettualità e responsabilità: la formazione e il reperimento del personale, senza il quale pur ambiziosi progetti rischieranno di restare tali solo nelle intenzioni- hanno incalzato i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali -. Il nostro compito, nel raccogliere e rappresentare i problemi e le criticità d lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, è e sarà quello di monitorare questi progetti e valutare come e se questi si concretizzeranno”.
“I temi – questa l’analisi ancora di Ilaria Urbani – come quello legato alla mancanza di personale, sono complessi. Per la prima volta è stato redatto il Ppt e si tratta di un primo passo verso l’integrazione socio sanitaria. Noi cercheremo di monitorare la sua effettiva applicazione, seppure le risorse siano limitate, e vigileremo sulla volontà di trovare soluzioni adeguate”.
E’ però evidente che i repentini e inaspettati cambi dei Direttori generali di Asst Valtellina e Alto Lario e Ats Montagna da parte di Regione Lombardia, calati dall’alto a solo un anno dalle nomine, preoccupano proprio i sindacati, anche nel metodo. Così come preoccupano, del resto, le conseguenti incertezze in termini di continuità delle stesse Direzioni strategiche, che dovrebbero avere il tempo necessario, innanzitutto, per realizzare azioni con una visione programmatica, progettuale e strategica di medio e lungo periodo, con particolare conoscenza del tessuto territoriale e delle peculiarità, specie considerando le carenze croniche di personale, in cui si trovano ad operare, per rispondere a urgenze e bisogni non più rinviabili.
“Il cambio ai vertici di Asst e Ats – ha concluso la rappresentante della Cisl di Sondrio – non è un buon auspicio visto che siamo di fronte a processi a medio e lungo termine e le nomine erano avvenute solo un anno fa. Sarebbe importante, quando un assessore regionale viene sul territorio a parlare di temi così importanti come la sanità, che anche le organizzazioni sindacali venissero convocate”.