Marco Gianesini, celebre pilota sondriese di rally, è tra le sei persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Cash Waterfall”, condotta dalla Guardia di Finanza di Frosinone. L’indagine, coordinata dalla Procura locale, ha smascherato un complesso sistema di fatture false nel settore delle sponsorizzazioni sportive, che avrebbe generato un’evasione fiscale multimilionaria.
Tutti i soggetti coinvolti sono piloti o ex piloti di rally. Gianesini, classe 1966, è un nome noto nell’ambiente: nel 2023 ha vinto il titolo di campione italiano Over 55 nei rally su terra. Oltre alla carriera nelle corse, è titolare di un’azienda di spedizioni a Piateda. Secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo attivo nel sistema di emissione di fatture per operazioni inesistenti, utilizzate per creare indebiti vantaggi fiscali. Con lui, agli arresti domiciliari, sono finiti anche cinque piloti della provincia di Frosinone: Andrea Minchella, Luca Santoro, Mario Mattone, Vincenzo Massa e Lorella Rinna.
Sponsorizzazioni fasulle
Le indagini della Guardia di Finanza hanno coinvolto 181 persone e 417 società, con ramificazioni in 14 regioni. L’operazione ha portato al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 40 milioni di euro.
L’organizzazione operava attraverso società “cartiere” che emettevano fatture false per sponsorizzazioni di gare di rally mai avvenute. I fondi, trasferiti con bonifici, venivano poi restituiti in contanti ai committenti, al netto di una percentuale trattenuta dagli intermediari del sistema fraudolento. Gli investigatori hanno analizzato oltre mille conti correnti, individuando movimentazioni illecite per oltre 80 milioni di euro e un’evasione IVA superiore agli 11 milioni.
Sistema consolidato
Il denaro proveniente dalle aziende coinvolte, molte delle quali nel nord Italia, veniva trasferito su conti correnti intestati a soggetti compiacenti nella provincia di Frosinone. Dopo l’accreditamento, gli intestatari prelevavano i fondi e li restituivano ai reali beneficiari, rendendo difficile la tracciabilità dei flussi finanziari.
Le accuse per gli indagati, tra cui Gianesini, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari al riciclaggio, dall’autoriciclaggio all’intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta.
L’operazione, che ha visto l’impiego di circa 200 militari delle Fiamme Gialle, rappresenta uno dei più ampi interventi contro le frodi fiscali nel mondo dello sport automobilistico. Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità e il ruolo preciso di ciascun indagato. Inoltre, stando a quanto raccolto, nelle indagini sarebbe coinvolta anche una grossa e conosciuta società operante tra la Valtellina, il Lecchese ed il nord d’Italia.