Mentre procedono gli iter relativi agli espropri e alla gara d’appalto che porteranno all’avvio dei lavori dell’opera, la Soprintendenza del Ministero della cultura ha confermato il suo parere sfavorevole alla realizzazione dello svincolo in località Sassella per motivi di compatibilità paesaggistica.
Le motivazioni
Il documento in cui si esprime questo parere risale allo scorso 10 febbraio e dettaglia le motivazioni del parere sfavorevole.
“L’intervento è tale da incidere negativamente, in misura che rimane molto sensibile, sui valori paesaggistici espressi dalle presenze antropiche e naturali, attraverso la realizzazione di un ingente insieme di manufatti stradali il cui disegno risponde a un insieme di esigenze viabilistiche e urbanistiche, ma che per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici risulta altamente percepibile dal Santuario, dai percorsi e dall’insediamento a mezza costa, ed estraneo alla conformazione del terreno e alle preesistenze. Sebbene il contesto presenti nel fondovalle importanti porzioni di terreno urbanizzato e infrastrutturato – si legge nel documento -, l’introduzione del nuovo insieme di manufatti comporta un pesante aggravio della situazione esistente, in quanto produce la saturazione di un’area posta tra l’edificazione e il versante che ne mortifica le visuali e la “percezione”
Nemmeno le modifiche apportate al progetto hanno prodotto, secondo la Soprintendenza, miglioramenti effettivi: “Le modifiche successivamente apportate che interessano la finitura della scarpata, l’altezza e l’eliminazione delle barriere, e una modica riduzione di quota del sovrappasso, non appaiono risolutive delle maggiori criticità sopra esposte. Alla risoluzione di tali negatività non sembrano poter porre rimedio nemmeno eventuali opere di mitigazione consistenti in alberature ad alto fusto che, sebbene possano ridurre l’impatto visivo della vista dal Santuario e dai vigneti verso il nodo stradale, nell’altra direzione occluderebbero la vista verso il monumento stesso – prosegue la Soprintendenza -. La problematicità maggiore appare invece nella stessa localizzazione del sistema viario, costituito dalla rotatoria, dal sovrappasso e dai numerosi raccordi di viabilità, sul lato est del centro commerciale e della conseguente occupazione di parte della piana situata ai piedi del versante terrazzato con le strade di accesso secondario a tale snodo. Gli impatti negativi sul bene culturale e sul paesaggio sopra rilevati si determinano pertanto in conseguenza di tale prossimità e dell’eliminazione di un’area pianeggiante, libera e a verde, “anticipatrice” del versante lavorato a terrazzamenti che costituisce sotto l’aspetto paesaggistico un insieme inscindibile dagli elementi costruiti ad essi integrati costituiti dal monumento e dai nuclei di architettura rurale, spazio di distanziamento percettivo utile al mantenimento dei coni visivi richiamato tra le prescrizioni del vincolo. Si richiama inoltre come il tema della limitazione della “occupazione della Piana della Sassella” sia stato rilevato anche dal parere della Regione Lombardia, come riportato nel decreto del MASE”.
“A tale proposito occorre rilevare anche che le soluzioni alternative a quella in oggetto hanno riguardato nel corso del procedimento solo il passaggio della SS 38 nella variante del sottopasso, scartata per ragioni geologiche e idrauliche rappresentate come insuperabili e non un’eventuale diversa rilocalizzazione dell’intero snodo spostata ad esempio verso ovest, laddove l’impatto paesaggistico sarebbe potuto risultare inferiore. Ancora, sempre riguardo alla medesima finalità di allontanamento dall’area soggetta a tutela, nessuna soluzione ha tenuto conto della possibilità di utilizzo di spazi a servizio del centro commerciale ora adibiti a parcheggio o della viabilità esistente tanto verso nord quanto verso sud parallela alla SS 38, sacrificando e intervenendo di fatto solo sul paesaggio mentre l’area commerciale non è interessata, quasi a modo di invariante, da alcuna modifica” – evidenzia sempre il documento che si chiude, inoltre, con la richiesta di un – “aggiornamento del Piano delle indagini archeologiche prevedendo un maggior numero di sondaggi archeologici posizionati a scacchiera su tutta l’area interessata dalle opere o occupate a diverso titolo nell’ambito del progetto, con particolare riferimento alle aree della Piana della Sassella non impegnate dall’attuale sede stradale e dalle opere esistenti”.
Modifiche ininfluenti
Come detto, la Soprintendenza, nello scorso mese di febbraio, ha confermato il suo parere sfavorevole visto che le modifiche richieste non hanno ridotto l’impatto dell’opera a livello paesaggistico e ambientale.
“I pareri di questo Ufficio e della Direzione Generale ABAP di questo Ministero evidenziavano, nel richiedere l’assoggettamento a VIA, alcune sensibili criticità dell’intervento in progetto, sotto l’aspetto della tutela della tutela del paesaggio – sottolinea la Soprintendenza -. Il progetto, nella sua redazione definitiva, non risulta sostanzialmente modificato e l’esclusione del procedimento di VIA, oltre che l’assenza di una conferenza dei servizi preliminare, che sarebbe risultata forse utile per l’analisi di un progetto in un’area di alta sensibilità, non ha consentito di fatto lo sviluppo di approfondimenti degli impatti del progetto nei riguardi delle criticità paesaggistiche evidenziate da questo Ministero, a fronte di un regime vincolistico in astratto assai incisivo. L’area è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico apposto con DGR 04/03/2009 che estende l’ambito di tutela già in precedenza sottoposto a DM 13/02/1968. Il vincolo riconosce: “[…] l’intera area quale brano di paesaggio montano-rurale, da leggersi unitariamente nelle sue complesse interrelazioni storico-culturali, percettive e nei suoi valori tradizionali paesaggistici, caratterizzati dalla particolare morfologia del terreno a terrazzamenti, nonché dal piccolo nucleo edificato a mezza costa […]” e, ancora, cita espressamente tra gli elementi di interesse: “la conformazione rocciosa naturale e quella antropica data dai terrazzamenti coltivati a vigneti, particolarmente favoriti dall’esposizione al sole di questo versante e elementi insediativi quali la chiesa cinquecentesca della Sassella e episodi di edilizia rurale che costituiscono anche il nucleo rurale di Bongiascia,…”. Per la chiesetta cinquecentesca della Sassella, inoltre, si esplicita tra le prescrizioni come siano da tutelare: “[…] le relazioni visuali e simboliche che detto manufatto intrattiene con il contesto, dovranno pertanto essere evitati interventi a contorno con l’omonimo nucleo che possano occludere o mortificare la vista o comunque compromettere la percepibilità e riconoscibilità, quale emergenza simbolica e morfologica di elevato valore storico-culturale”. Per gli aspetti percettivi, indica esplicite prescrizioni di tutela, in particolare “Dovrà essere garantita dal nucleo edificato e dalle agricole soprastanti, la piena percezione del paesaggio circostante e viceversa […]”.