Il fronte dei piccoli azionisti della Banca Popolare di Sondrio si compatta contro l’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) lanciata da BPER. L’associazione “Insieme per la Popolare”, che rappresenta oltre 4.000 soci ed è presieduta dal tiranese Matteo Lorenzo De Campo, ha replicato con fermezza alle parole di Carlo Cimbri, presidente di Unipol, che aveva dichiarato che “da soli in un bosco pieno di lupi non si riesce a rimanere”.
“Qui nessuno ha paura dei lupi e la Popolare di Sondrio si muove tranquillamente nel bosco anche da sola, come ha fatto con successo finora. L’istituto valtellinese è infatti diverso dagli altri ed è diverso il modo di fare credito e di relazionarsi con la clientela, e non a caso in tutti questi anni ha continuato a crescere, grazie a un modello di fare banca distintivo e vincente”, si legge nella nota dell’associazione.
I piccoli azionisti contestano anche l’idea di un “matrimonio naturale” tra BPER e Popolare di Sondrio, sottolineando come le fusioni debbano avvenire su base consensuale. “Si può anche dire che quello tra Bper e Sondrio è un matrimonio naturale – prosegue la nota – ma fino a prova contraria i matrimoni si fanno fra consenzienti, se si vuole che poggino su solide fondamenta e siano duraturi e profittevoli, mentre l’operazione proposta da Bper non è stata preventivamente discussa né concordata”.
Infine, l’associazione si smarca dalle speculazioni sull’ipotesi di un’offerta alternativa da parte di un gruppo bancario straniero: “Non entriamo nel merito delle supposizioni giornalistiche e dei conseguenti commenti. Ad ogni buon conto, ci fa molto piacere che la Banca goda di ottima considerazione sul mercato, anche in virtù della recente pubblicazione del Piano Industriale”.