La ricostruzione dei fatti contenuta nel referto dell’arbitro Leonardo Leorsini di quanto sarebbe accaduto al termine di Nuova Sondrio-Pro Palazzolo è totalmente non veritiera: per questo la società del presidente Michele Rigamonti presenterà ricorso contro la maxi multa di 1200 euro comminatagli dal giudice sportivo di serie D.
Il referto
Proprio nel referto arbitrale e nel comunicato ufficiale pubblicato ieri così si giustifica l’ammenda comminata alla Nuova Sondrio: “Per avere, al termine della gara, persona non identificata ma chiaramente riconducibile alla società, stretto con forza la mano del direttore di gara e rivolgendogli espressioni irriguardose, offensive e gesti irridenti, che reiterava più volte a distanza ravvicinata. Per indebita presenza nello spazio antistante lo spogliatoio di persone non autorizzate né identificate”.
La sanzione è stata ritenuta dalla Nuova Sondrio “non commisurata a quanto realmente verificatosi, anche perché collegata a una motivazione che il club considera assolutamente non corrispondente a quanto accaduto, come sono pronti a confermare il personale sanitario e delle forze dell’ordine presenti al termine dell’incontro nella zona degli spogliatoi”.
La ricostruzione
Intanto, però, nell’attesa che proprio le testimonianze citate nel comunicato ufficiale vengano allegate al ricorso, a fornire la ricostruzione dei fatti per la Nuova Sondrio è il direttore sportivo Christian Salvadori, protagonista delle proteste a fine gare nei confronti dell’arbitro Leonardo Leorsini insieme al presidente Michele Rigamonti e al tecnico Marco Amelia.
“Mi vedo costretto a replicare, perché oltre al danno, la beffa non la possiamo e non la dobbiamo permettere a tutela personale della società e soprattutto ad onore di verità – ha esordito il dirigente biancazzurro -. Specialmente per chi come noi fa del fair play, della lealtà e della sportività un mantra, riconosciuto da tutti. Nulla di quello che è stato refertato è successo, e questo ci indigna profondamente e ci lascia purtroppo sensazioni brutte. Il senso d’impotenza al cospetto di una ricostruzione totalmente non veritiera, fa passare la voglia di credere alla buona fede. Nessuna stretta di mano vemente e nessuna delle parole riportate rappresenta l’accaduto. E questo ferisce profondamente. Non ho problemi a dire che dopo un arbitraggio che, ripeto, è sotto gli occhi di tutti, avvicinandomi, ho semplicemente chiesto con educazione il perché di così poca uniformità di giudizio. Aggiungendo che non avevo apprezzato l’atteggiamento tenuto dal nostro vantaggio, fino al termine della partita, ricca di episodi controversi per usare un eufemismo. A corollario di tutto questo, visto che si tratta di non più di 10 secondi, ci sono le testimonianze delle forze dell’ordine presenti e del medico sociale. Non è accettabile far passare un messaggio privo di ogni fondamento”.
Visto, dunque, che la ricostruzione fornita nel referto arbitrale è, per i vertici societari biancazzurri, totalmente priva di fondamento, è stato inevitabile presentare ricorso contro l’ammenda: “Forse siamo sempre troppo civili, educati e sportivi ed è più facile attaccare questo tipo di realtà, rispetto ad altre piazze calde dove la pressione si fa sentire – ha concluso Salvadori -. Ma non possiamo accettare questa ricostruzione dei fatti, e come detto questa volta andremo fino in fondo potendo contare su testimonianze di pubblici ufficiali presenti nel momento, oltre che del medico sociale”.